Le terrazze di Arera
Intervento di riqualificazione e valorizzazione di Quota 1.600
Il contesto territoriale
Le Orobie costituiscono il più importante polo di biodiversità della Lombardia, oltre che uno dei principali siti di emergenza naturalistica a livello continentale.
Durante la grandi glaciazioni quaternarie la flora e la fauna preesistenti, sospinte dall’invasione dei ghiacci, furono costrette a migrare e a spostarsi più a sud per non soccombere alla morsa del gelo.
Molte di queste specie sono scomparse, altre invece sono riuscite a sopravvivere, ritornando poi nei territori occupati in precedenza man mano che il clima si intiepidiva, mentre diverse popolazioni restarono sulle Alpi, nel nostro caso tra le cime delle Orobie, dove hanno trovato una situazione climatica favorevole e dove sono appunto definiti “relitti glaciali”.
Sono infatti circa una decina le specie floristiche del Parco presenti nella Lista Rossa Italiana, sei delle quali sono endemiti esclusivi delle Orobie, non esistenti in altre parti del mondo: tra di esse figura la Linaria tonzigii.
Le medesime vicende che hanno determinato la presenza di endemiti floristici hanno indotto la formazione di quelli faunistici, di cui ben 9 sono stenoendemiti (di cui non si conoscono altre popolazioni viventi all’esterno di questa area) tra cui il gasteropode Cochloma canestrinii, i coleotteri Cychrus cylindricollis e Boldoriella serianensis, l’aracnide Megabunus bergomas. Un tale numero di endemiti è sufficiente ad attestare l’enorme valore di questi luoghi, di fatto riconosciuti a livello internazionale come vero e proprio “santuario della biodiversità”. E le scoperte non sono finite, poiché proprio di recente, grazie alle ricerche in atto, è stata rilevata la presenza di una piccola felce contemporanea all’era dei dinosauri. Inoltre si ricorda che il Parco ospita l’Orso bruno.